di Antonella Galletta Psicologa Milano / Ciclo di conferenze Psicoterapia e dintorni.
Creativo non perché la soluzione sia nel bricolage, decoupage, hobby ed affini, ma perché da uno stato definito, ad esempio dipendente o imprenditore, si passa ad un altro stato. Se diamo allo stato un accezione fisica, si passa da uno stato fisico all’altro, da un campo energetico all’altro, da una situazione definita ad un’altra da definire. Creare altro, dare forma quindi a diverse visioni, prospettive, pensieri…
Obiezione di coloro che accompagno nei viaggi del cambiamento: difficilissimo!!!
In parte è vero, solo le sostanze allucinogene riescono ad allucinare la realtà repentinamente, ed in parte no, perché così come riusciamo a guardare il muro di casa di fronte al comodo divano, quello e solo quello, siamo in grado di agire un MOVIMENTO CONSAPEVOLE ed iniziare a fare entrare dentro di sé il mondo, una sola ed unica regola: astenersi dal giudicare. Un esempio, se vedete una macchina lussuosa con all’interno una coppia benestante, con lo sguardo tra il distante- inebriato (o rincoglionito, dipende) che secondo le vostre fantasie sono ricchi ed antipatici – alt- bloccate il giudizio. Se c’è un immagine, una situazione che ci colpisce, non lasciarsi guidare dal pregiudizio può aprire interessanti scenari. L’osservazione diventa pura, la coppia in questione potrebbe diventare il target-potenziale cliente al quale non vi rivolgerete mai o sempre, un esempio da cui apprendere o da evitare, però prima una domanda: perché no il contrario? Questa è una domanda che può fare vedere alternative e prospettive diverse.
Tutti coloro che hanno creato qualcosa di nuovo hanno avuto il loro momento di ispirazione, da Dio che sicuramente nel retro cranio avrà preso spunto da qualcosa per creare il mondo a Madonna, la rock star intendo dire.
Il mio non vuole essere un linguaggio eretico, ma una provocazione eretica sì, cercare di abitare una terra mentale di nessuno, dove è possibile vedere talebani, santi, belli, buoni, ricchi, intelligenti, alternatvi… tutti in sfilata e senza le etichette con le quali li sto descrivendo.
Quello che sto proponendo sicuramente lo avrete “praticato” in estate, sulla spiaggia, con membra e materia grigia ammorbidita dal sole, o nei grandi viaggi, in quelle situazioni in cui si osserva e non si ha voglia e forza di pensare, ma qualcosa rimane nella materia grigia e inaspettatamente a cena, in macchina, tra se e se, o tra se e chi condivide la vostra vita, dite: certo che si potrebbe anche vivere così…intendendo per così un qualcosa di visto.
L’adattamento creativo implica il so-stare, prima di creare dal didentro e non adattarsi al di fuori.
La cinematografia degli ultimi anni insiste sul concetto si sosta, Veronesi conCaos Calmo, il ricco inquilino dell’Eleganza del Riccio, film a lieta morale, in contrapposizione con Couscous e la prima generazione di Ken Loach, dove azione e necessità producono tristezza e perdita.
Sostare per concedersi il permesso di assorbire dal mondo anziché farsi assorbire, sostare per osservare senza giudicare, una pulita osservazione su come va il mondo e non solo il mondo frequentato. Non è una grande fortuna poter fare tutto ciò?
So-stare come sostare nelle incertezze, nei dubbi, nelle domande. So- stare nel futuro che sto disegnando, lo creo, lo plasmo, modifico sino a quando quella realtà simulata diventa una possibile realtà.
L’essere fatti fuori dal mercato del lavoro può aprire prospettive inedite, ma, prima di correre a interventi riparatori e lamenti sulla propria condizione, vale la pena sostare.
La maggior parte può farlo, la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali, seppur esigui lo permettono. Chi non può sopravvivere è indubbiamente in difficoltà e non può purtroppo permettersi il lusso di una sosta, possono farlo quella categoria che si associa ai capelli bianchi. E’ arrivata una nuova generazione di brizzolati e capelli bianchi, pensionati volontari ed obbligati, possono giocarsi un Che Fare di grande gloria e soddisfazione.
Prospettive inedite e sosta sono l’inizio del grande viaggio del cambiamento, un viaggio che per costruirlo è necessario il suo tempo, che non sarà biblico !
Alle prossime tappe.
Antonella Galletta